Ricoprire «con continuità rilevanti compiti di elevato livello qualitativo e alte e consolidate specializzazioni per la risoluzione di problemi di notevole complessità» significa essere ciò che il contratto per i lavoratori dei porti indica come “Quadro B”.
Un ingegnere dipendente dell’Autorità portuale nell’Ufficio tecnico, avendo svolto il ruolo di agente della sicurezza degli impianti ha diritto a quell’inquadramento a partire dalla data in cui ha effettivamente iniziato la mansione e anche alla«differenza tra quanto gli spettava come quadro B e quanto effettivamente percepito».
Così ha disposto la Corte d’appello civile nella causa intentata dall’avvocato Luca De Angelis – Studio Legale De Angelis – a favore di un ingegnere dell’Autorità Portuale di Cagliari.
La sentenza di primo grado aveva riconosciuto al lavoratore la differenza tra il trattamento economico percepito e quello che gli sarebbe spettato col giusto inquadramento, ma non l’attribuzione del Quadro B: secondo i giudici le attività da lui svolte mancavano del necessario “carattere multidisciplinare” e del collegamento con gli obiettivi strategici dell’ente”.
Questa tesi è stata però capovolta in secondo grado dove i giudici hanno fatto proprie le considerazioni dell’avvocato De Angelis che evidenziavano come l’ingegnere avesse di fatto partecipato alla preparazione del piano di protezione da “azioni illecite internazionali”, collaudato gli impianti di security, sovrinteso al trasferimento delle strutture dal vecchio porto alla zona doganale, partecipando a varie riunioni e convegni. Mansioni che secondo legale e dipendente rientravano nelle attribuzioni dei “Quadri B”, pertanto l’Autorità Portuale «deve pagargli la differenza» tra quanto gli spettava e quanto ha percepito, nell’intero arco di tempo in cui dette mansioni sono state effettivamente portate avanti.